I colori servono a comunicare ma anche a ‘funzionare’ e, in qualche caso, a sopravvivere.
Ogni tanto è bene ricordarlo come i colori hanno una serie di poteri:
- servono a comunicare, in tutti i sensi, compreso rappresentare un brand o addirittura ‘protestare’ e tutto ciò è ben rappresentato dall’evoluzione del rosso Ferrari;
- servono a rassicurare e spiegare modifiche di politica aziendale come nel caso dell’evoluzione cromatica di Facebook che diventa più chiaro avendo l’attuale esigenza di apparire meno forte ed intrusivo verso i propri utenti finali e per l’appunto più chiaro ovvero più trasparente e rispettoso della privacy;
- il loro forte contrasto può aiutare a sopravvivere come nel caso delle zebre il cui forte contrasto bianco-nero genera un’illusione ottica che impedisce alla maggior parte dei tafani di atterrare sulla loro pelle per parassitarli;
- anche quando non vengono percepiti, come nel caso dei non vedenti, si cerca comunque di comprenderli tramite specifici processi neuronali che utilizzano le stesse risorse cerebrali che servono a ‘mettere a fuoco’ principi astratti come quelli della giustizia o della virtù.
Ecco, i colori come atto di giustizia percettiva è sicuramente un argomento filosoficamente intrigante che non può trovare che infinite risposte per quante persone e pensieri esistono al mondo, ognuna diversa dalle altre, così come in maniera diversa percepiamo noi tutti i colori ed il loro potere comunicativo, imprescindibile aspetto della nostra esistenza (o sopravvivenza).
