la Vita è un gioco ma la Percezione è qualcosa di più serio

Una giovanissima video-giocatrice, malata terminale, lascia un commovente saluto alla sua comunità di video-gamer mentre una bambina ride delle bombe che le cascano intorno.

My time has come, and I have to go

…scrive una giovanissima video-giocatrice che, arrivata alla fine dei suoi giorni prematuramente, accomiatandosi verso i suoi compagni di video-gioco racconta di una vita purtroppo breve ma percepita come felice proprio per aver trovato un ambiente digitale e soprattutto una compagnia di amici virtuali, comunque amici, comunque reali. Commovente messaggio come commoventi i commenti degli altri giocatori nel salutare questa coraggiosa guerriera che è riuscita a trasformare la sua infelice vita in una felice percezione della medesima. Una vicenda che dovrebbe essere di lezione ai tanti saccenti che hanno profuso fiumi di parole in questi anni pontificando che il virtuale non è vita e che la vita vera è un’altra cosa: certo non sono qui ad auspicare che le nuove generazioni diventino legioni di !hikikomori ma bensì a non sottovalutare l’effetto anche positivo, anche terapeutico, anche formativo che può avere un ambito di comunicazione digitale ed ancor più per quelle persone che hanno poche chance di affrontare la vita reale alla pari con gli altri.

Vi è poi un’altra riflessione ancor più difficile da mettere a fuoco ed accettare che è la differenza fra sostanza della vita e percezione della medesima.

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la bambina siriana che se la ride delle bombe come riportato nel video riportato più avanti

La comunicazione digitale stavolta ci è d’aiuto soprattutto per venire a conoscenza di un altro coraggioso e commovente tentativo umano di cambiare la percezione dello stato delle cose presenti nell’impossibilità di rivoluzionarlo concretamente: la trovata di un giovane padre che ha insegnato alla sua piccola bimba di ridere delle bombe che cadono intorno al loro rifugio-casa. Il video, diventato virale, ci racconta di una trovata simile a quella di Benigni nella Vita è bella dove la permanenza di un campo di concentramento viene proposto ad un bimbo ebreo come un gioco con mille ostacoli da superare giocosamente e con il premio finale addirittura un carro armato (quello dei liberatori di Auschwitz) o al racconto che mi faceva leggere mio padre di un ragazzino convinto da un suo coetaneo a svolgere al posto suo un lavoro di imbiancatura di una staccionata in quanto, in realtà, un gioco divertente e permesso a pochi privilegiati.

Dunque cosa può essere la vita? Un grande gioco? E tutto ciò dipende da come la percepiamo? E a livello di percezione come può influire in tutto ciò la comunicazione digitale? E l’intelligenza artificiale? E la realtà virtuale? Ed il tutto può essere interpretato attraverso un approccio collettivo magari più leggero ma proprio per questo più umano ed efficace?

Il volto della bimba è stato oscurato dai media italiani secondo un approccio molto ipocrita per cui non mi impegno in nessuna maniera a risolvere la crisi siriana ma, per carità, il volto dei bimbi – che pure con la mia indifferenza condanno a pericoli mortali – non li rappresento a causa di una regola civile distorta che mi impedisce di rappresentare liberamente la parte più bella dell’umanità (e questo sì che è un gran conflitto fra sostanza vera e finta delle questioni!).

Nel frattempo realtà virtuale ed AI interagiscono in maniera sempre più forte con la nostra percezione della vita e giocando con le nostre emozioni in maniera sempre più significativa: un esperimento di social network di nuova generazione si avvale di appositi bot che riempie di mi piace e complimenti i nuovi arrivati per farli sentire a proprio agio, mentre fa riflettere l’incontro virtuale di una madre coreana con la sua figlioletta morta reso possibile tramite un’apposita ambientazione di realtà virtuale

 

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Enrico Bisenzi (UX Inclusive Designer)

Autorizzato eventualmente dalla mia istituzione - Accademia di Belle Arti di Roma - posso erogare corsi di formazione online e in presenza, analisi tecniche e supporto per conformarsi alla normativa vigente in tema design della comunicazione accessibile. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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