Che sia una località od un libro sono i social ed i motori di ricerca a cambiare le regole del gioco in fatto di storytelling e marketing.
A detta della nota Ninja Academy sono i luoghi stessi, con la loro stessa essenza e quindi con la loro capacità di comunicare una determinata geo-localizzazione ad indurre UGC ovvero User Generated Content e quindi auto-promuoversi soprattutto se riescono ad intercettare od ospitare cosiddetti !place influencer: quindi uno storytelling un po’ spontaneo, un po’ indotto-manipolato, che riesce in ogni caso a far conoscere determinate località od attività territoriali attraverso metriche e ritmiche dettate dalle geo-referenziazioni.

Ancor più inaspettate le trovate che possiamo scoprire a favore della promozione delle attività editoriali: di nuovo motori di ricerca inventandosene uno, decisamente improbabile, che rende sempre lo stesso risultato-libro ad una domanda-query di interesse sanitario ma soprattutto i social e quindi il filtro Instagram L’influenza del Blu che consente al visitatore del profilo instagram di essere catapultato nella scena-clou dell’omonimo romanzo, ambientazioni cromatiche incluse.
Quindi sudditi-utenti dei grandi mediatori digitali, social e motori di ricerca, che con un po’ di fantasia possono essere oggetto però di !defacement e manipolazioni varie al fine di cercare una propria via come autori od editori all’agognata “fama”, in maniera, magari, fantasiosa ed autonoma e, così, rispondere ai tanti tentativi dei medesimi social e motori di ricerca che ci propongono sempre più spesso improbabili metriche, chissà perché, da rispettare a-criticamente.
La circolarità di esperienze cross-device sottolineata da Luca Rosati con il neologismo OnLife è ciò che ci aspetta dietro l’angolo della prossima innovazione digitale? Oppure dobbiamo imparare a creare-inventare pratiche di !cultural disruption al fine di hackerare ciò che ci viene proposto e rimontarlo secondo nostri bisogni ed esigenze?
