storytelling e agit-prop fra social e motori di ricerca

Che sia una località od un libro sono i social ed i motori di ricerca a cambiare le regole del gioco in fatto di storytelling e marketing.

A detta della nota Ninja Academy sono i luoghi stessi, con la loro stessa essenza e quindi con la loro capacità di comunicare una determinata geo-localizzazione ad indurre UGC ovvero User Generated Content e quindi auto-promuoversi soprattutto se riescono ad intercettare od ospitare cosiddetti !place influencer: quindi uno storytelling un po’ spontaneo, un po’ indotto-manipolato, che riesce in ogni caso a far conoscere determinate località od attività territoriali attraverso metriche e ritmiche dettate dalle geo-referenziazioni.

filtro-blu-instagram

Ancor più inaspettate le trovate che possiamo scoprire a favore della promozione delle attività editoriali: di nuovo motori di ricerca inventandosene  uno, decisamente improbabile, che rende sempre lo stesso risultato-libro ad una domanda-query di interesse sanitario ma soprattutto i social e quindi il filtro Instagram L’influenza del Blu che consente al visitatore del profilo instagram di essere catapultato nella scena-clou dell’omonimo romanzo, ambientazioni cromatiche incluse.

Quindi sudditi-utenti dei grandi mediatori digitali, social e motori di ricerca, che con un po’ di fantasia possono essere oggetto però di !defacement e manipolazioni varie al fine di cercare una propria via come autori od editori all’agognata “fama”, in maniera, magari, fantasiosa ed autonoma e, così, rispondere ai tanti tentativi dei medesimi social e motori di ricerca che ci propongono sempre più spesso improbabili metriche, chissà perché, da rispettare a-criticamente.

La circolarità di esperienze cross-device sottolineata da Luca Rosati con il neologismo OnLife è ciò che ci aspetta dietro l’angolo della prossima innovazione digitale? Oppure dobbiamo imparare a creare-inventare pratiche di !cultural disruption al fine di hackerare ciò che ci viene proposto e rimontarlo secondo nostri bisogni ed esigenze?

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Enrico Bisenzi (UX Inclusive Designer)

Autorizzato eventualmente dalla mia istituzione - Accademia di Belle Arti di Roma - posso erogare corsi di formazione online e in presenza, analisi tecniche e supporto per conformarsi alla normativa vigente in tema design della comunicazione accessibile. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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