l’Arte come rappresentazione dell’Antropocene?

Le opere di Refik Anadol e Jan Voxel ci portano a riflettere sul ruolo dell’Arte oggi.

Portate pazienza… ma bisogna partire dall’inizio: cosa è Arte?

Wikipedia ci spiega che “L’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza”. La Treccani ci dà qualche stimolo in più con la definizione “Nell’ambito delle cosiddette teorie del bello o dell’estetica, si tende a dare al termine arte un significato privilegiato, vario secondo le diverse epoche e i diversi orientamenti critici, per indicare un particolare prodotto culturale, comunemente classificato come pittura, scultura, architettura, musica, poesia, ecc. Nel linguaggio comune: opera d’arte; capolavoro d’arte; arte popolare; arte raffinata; avere sensibilità per l’arte; l’arte per l’arte, espressione che risale a V. Cousin (1818), adottata, soprattutto dai poeti della scuola parnassiana in Francia, per designare il principio che l’arte non deve avere altri fini che sé stessa, al di fuori di ogni preoccupazione di carattere morale o utilitaristico.”

Mi piacerebbe molto sapere dai miei studenti cosa è per loro arte.

Personalmente ho condiviso fin dagli anni ’90 l’approccio di Tommaso Tozzi di considerare l’artista come il soggetto che s’impegna a “fornire gli strumenti della comunicazione, mettere in connessione, fare network” in maniera socialmente utile, concetti poi articolati in diversi scritti di Tatiana Bazzichelli.

E la Fisica cosa c’entra?

Per sintetizzare riprendiamo sempre una definizione ‘wiki’ “La fisica (termine che deriva dal latino physica, “natura” a sua volta derivante dal greco τὰ (tà) φυσικά (physiká), “(le) cose naturali”, nato da φύσις (phýsis), entrambi derivati dall’origine comune indoeuropea) è la scienza della natura nel senso più ampio.”

Ora se l’Arte ha bisogno di ritrovare un ruolo all’interno della nostra società e non possiamo permetterci il lusso di un’arte rinchiusa in sé stessa ed avulsa dalla realtà allora la poetica di di Refik Anadol così come quella del collettivo Jan Voxel tornano utili nello sperimentare una nuova branca dell’arte che utilizzi i nuovi metodi scientifici per rappresentare i dati, i Big Data – che poi non sono altro che un’interpretazione delle nostre connessioni ambientali e sociali – in output multimediali molto suggestivi.

AI data representation

L’intelligenza artificiale come pennello, è stato detto rispetto alle sue opere, ed anche quando il risultato è un elaborato non interattivo e l’utente finale risulta un attore passivo, ritorna prepotente anche in questa offerta artistica il tema di interpretare la realtà e quindi la Natura attraverso i nuovi media ed approfittando di ciò che la Fisica ci mette oggi a disposizione per studiare e contemplare le importanti connessioni che sono alla base della Natura stessa (ed anche alla base della Natura umana).

Rappresentare l’Antropocene

Ancora più interessante la proposta di Jan Voxel con The Critters Room bellissimo progetto artistico che incrociandosi con pratiche scientifiche mira a rappresentare l’emergenza dell’antropocene ed in particolare il problema dell’inquinamento atmosferico.

“L’installazione presenta al pubblico un corpus di oltre 400 vetrini da microscopio disposti su un tavolo: un vero e proprio archivio dell’aria che respiriamo. Con pratica performativa, lə artistə di Jan Voxel hanno esposto all’aria i vetrini per oltre un anno, raccogliendo tutta la vita invisibile che aleggia nell’aria. Critters-ora-viventi (pollini, insetti, silicati, microplastiche) accanto a critters-allora-viventi (residui non combusti di idrocarburo) in un cortocircuito temporale di tempi umani e tempi geologici.”

Una mostra itinerante di rilevamenti degli inquinanti in ambito urbano opportunamente corredata di dati ma anche rappresentazioni grafiche nonché parole (glossario artistico-scientifico) così come suoni perché bisogna ricordare e collocare empaticamente i rilievi degli inquinanti rispetto al nostro vissuto quotidiano. Una joint-venture di due artiste e un fisico che cercano così di dare un senso sia all’arte che alle scienze ambientali e ad alla loro immaginifica interazione.

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Enrico Bisenzi (UX Inclusive Designer)

Autorizzato eventualmente dalla mia istituzione - Accademia di Belle Arti di Roma - posso erogare corsi di formazione online e in presenza, analisi tecniche e supporto per conformarsi alla normativa vigente in tema design della comunicazione accessibile. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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