Dopo i Doodle di Google arrivano le interpretazioni del logo A24 a ricordarci come l’area di rispetto per i loghi è una buona regola ma che può cedere il passo a ragionate eccezioni.
Google con le sue fantastiche e libere interpretazioni del proprio logo per occasioni speciali dette anche Doodle ha fatto scuola, e ora qualche altra rinominata azienda si è fatta coraggio proponendo delle libere interpretazioni del proprio logotipo (ovvero logo composto non solo di pittogrammi ma anche di glifi o lettere che dir si voglia).
Ma cosa è l’area di rispetto? Un’area, una cornice composta in genere determinata dall’ampiezza di un elemento del logo-tipo stesso (quindi una misura proporzionale e dinamica) all’interno della quale non sono ammessi altri elementi.

La casa di produzione e distribuzione statunitense A24 ha recentemente dato vita a delle versioni del suo logotipo che si intersecano con la grafica ma anche con l’identità e il mood comunicativo dello specifico film prodotto al momento con risultati decisamente intriganti e apprezzabili e in alcuni casi azzerando l’area di rispetto.
Morale della favola? Esistono nel graphic design delle regole ferree ma anche il ferro si può piegare col fuoco della creatività se ne vale la pena in termini di efficacia comunicativa…
