Non c’è più (area di) rispetto per i loghi?

Dopo i Doodle di Google arrivano le interpretazioni del logo A24 a ricordarci come l’area di rispetto per i loghi è una buona regola ma che può cedere il passo a ragionate eccezioni.

Google con le sue fantastiche e libere interpretazioni del proprio logo per occasioni speciali dette anche Doodle ha fatto scuola, e ora qualche altra rinominata azienda si è fatta coraggio proponendo delle libere interpretazioni del proprio logotipo (ovvero logo composto non solo di pittogrammi ma anche di glifi o lettere che dir si voglia).

Ma cosa è l’area di rispetto? Un’area, una cornice composta in genere determinata dall’ampiezza di un elemento del logo-tipo stesso (quindi una misura proporzionale e dinamica) all’interno della quale non sono ammessi altri elementi.

L’area di rispetto del logo ardesia (La semplicità è geniale) è determinato dalla lettera a del logotipo stesso. Tratto da https://www.ardesia.it/brand-bible/

La casa di produzione e distribuzione statunitense A24 ha recentemente dato vita a delle versioni del suo logotipo che si intersecano con la grafica ma anche con l’identità e il mood comunicativo dello specifico film prodotto al momento con risultati decisamente intriganti e apprezzabili e in alcuni casi azzerando l’area di rispetto.

Morale della favola? Esistono nel graphic design delle regole ferree ma anche il ferro si può piegare col fuoco della creatività se ne vale la pena in termini di efficacia comunicativa…

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Enrico Bisenzi (UX Inclusive Designer)

Autorizzato eventualmente dalla mia istituzione - Accademia di Belle Arti di Roma - posso erogare corsi di formazione online e in presenza, analisi tecniche e supporto per conformarsi alla normativa vigente in tema design della comunicazione accessibile. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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