Nell’era del digitale e a ridosso dell’entrata in vigore degli obblighi in tema #InclusiveDesign non è una domanda di poco conto e il portale di recensioni CAN I PLAY THAT? diventa un’ottima risorsa per capire le esigenze delle persone con caratteri speciali.
Dal logo-tipo (molto bello con la P che allude ad un punto interrogativo) all’interfaccia (molto curati i focus, gli aria e tutto quel che serve all’accessibilità digitale) https://caniplaythat.com/ raccoglie direttamente le recensioni di persone con disabilità rispetto agli aspetti inclusivi di migliaia di videogiochi presenti sul mercato.
Marijn (ActiveB1t) recensisce un restyling di un sempre-eterno come Doom e ci svela come ora sia possibile regolare contrasti e dimensioni degli elementi, le notifiche temporali, volume delle voci, musica ed effetti sonori, aumentare la definizione, disabilitare lampeggiamenti, rimappare i comandi, vibrazioni e output sensoriali, semplificare l’interfaccia (andando incontro alle esigenze di ipovedenti, neurodivergenti, epilettici, disabili motori).
Molto interessante anche la recensione di Ben Bayliss del visore Sony per realtà virtuale PSVR Accessibility Review che ci fa capire come questi dispositivi possono mettere ancora in difficoltà chi utilizza ausili acustici come gli impianti cocleari così come c’è ancora moto da migliorare sotto il profilo ergonomico per andare incontro alle esigenze di utilizzo da parte di chi ha difficoltà ad utilizzare controlli ma anche dispositivi fisici. Aspetto non di poco conto anche quello per cui l’utilizzo ottimale è previsto per una persona che riesce a stare in piedi. In conclusione, i visori VR sono sperimentazioni affascinanti a livello sensoriale ma ancora presentano ostacoli per neuro-divergenti e più in generale per chi può incontrare qualche difficoltà (anche per difficoltà nei movimenti o di postura) nella gestione degli articolati dispositivi hardware da configurare.

