L’artista Lucio Corsi ci offre una poetica reinterpretazione della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) in stile sottotitolazione creativa.
Si può definire artista chi è capace di trasgredire e reinventare le regole della comunicazione riuscendo a emozionare quante più persone possibile e, allora, anche nel campo delle #InclusiveArts, Lucio Corsi lo è sicuramente. In vista dell’Eurovision Song Contest 2025 di stasera, per rendere maggiormente comprensibile (anche a chi non comprende bene la lingua italiana) la sua canzone Volevo essere un duro si è inventato una sorta di re-interpretazione della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) realizzando un video che, grazie alla collaborazione di Edoardo “Nettare” Garibbo (e Giulio Melani per le original character illustrations), risulta essere una sorta di graphic novel corredata del testo della canzone tradotta in inglese, spagnolo, tedesco, portoghese e francese.

I puristi dell’accessibilità e dell’#InclusiveDesign contesteranno il corsivo del testo che risulta non facilissimo da leggere ma, a mio modo di vedere, proprio il suo essere corsivo insieme allo scorrimento molto lento del testo e lo stile “da bambini” delle illustrazioni che si ricollega alla poetica della canzone lo rende non solo accessibile ma anche molto gradevole da vedere e ascoltare. Ciliegina sulla torta lo stile a mo’ di sottotitolazione creativa del testo tradotto, che non è posto sotto il video (distogliendo l’attenzione dello spettatore), ma accompagna, come un’onda emotiva, i caratteri principali delle illustrazioni che scorrono in orizzontale.
Chapeau!
(termine in francese che significa cappello e che veniva utilizzato nel passato dai vecchiucci come me per complimentarsi alludendo al vetusto gesto di togliersi il cappello e inchinarsi leggermente verso il proprio interlocutore in senso di saluto, stima e rispetto…)
