L’appello di Jon von Tetzchner per continuare a navigare sul Web senza utilizzare le AI riguarda tutte/i noi e tutti i settori del sapere, non solo il browsing Web, questo perché quando ci informiamo e cerchiamo informazioni utilizziamo un browser magari facendo una query ad un motore di ricerca (in Italia molto spesso Google).
Vivaldi è un interessantissimo browser web: veloce e altamente personalizzabile. Il suo CEO (Chief Executive Officer) ha sentito l’esigenza di lanciare un appello per invitarci a navigare sul web usando la propria testa e senza l’aiuto delle intelligenze artificiali che vengono quindi snobbate dall’esperienza utente nell’interfaccia del suddetto browser.
Un appello che vuole smuovere le coscienze e far prendere consapevolezza su come mantenere in mano il timone delle proprie idee e decisioni (volendo continuare a utilizzare la metafora delle navigazione nel mare magnum informativo del Web), ma anche continuare ad affidarsi al proprio istinto, rimanere curiose/i e quindi ricercare il particolare piuttosto che abbondarsi al mainstream, evitare di essere contaminate/i dalle sempre più diffuse e pericolose allucinazioni, premiare chi produce le informazioni e non chi le manipola per specularci sopra, ragionare con il proprio ‘cervello’ senza delegare la costruzione del proprio scenario informativo alle macchine, evolvere il proprio pensiero confrontandosi con altri umani e non con chatbot, costruire ed evolvere le proprie competenze confrontandosi con il sapere umano costruito in millenni e non affidandosi a improbabili scorciatoie algoritmiche.

Per la stessa ragione è utile ricordare come il suffisso -AI messo alla fine di ogni interrogazione sul motore di ricerca Google (ovviamente dopo uno spazio) produce dei risultati di ricerca scevri delle AI Overview ovvero delle premesse informative prodotte in questo caso da Gemini, che spesso ci offrono delle risposte imprecise (se non sbagliate) alla domanda informativa che poniamo e comunque sostanzialmente scollegate dalle fonti di provenienza – senza la possibilità dunque di soppesare il valore dell’informazione rispetto a chi la produce (che invece, se ritenuto da noi affidabile, viene premiato dalla nostra visita consentendone la sopravvivenza – economica – in Rete).

