Il meme “il Molise non esiste” ci ricorda come una debolezza può diventare un punto di forza anche nel (digital) marketing.
Dai più noti registi e grandi fumettisti attuali fino al più sconosciuto cittadino tutti si sono divertiti in questi anni con il meme-tormentone “il Molise non esiste” a prendere in giro, in fondo affettuosamente, una piccola ma bellissima regione italiana sottolineandone implicitamente i tratti di entità in qualche modo minore e quindi semi-sconosciuta.
Eppure nel marketing e nella comunicazione in generale bisogna proprio partire da quello che abbiamo anche quando è una debolezza – perché sarà proprio questa debolezza, come ci insegnano tante filosofie ed arti marziali, a diventare la nostra forza – per arrivare a comunicare efficacemente: nel caso del Molise questa idea e percezione diffusa di minore è diventata qualcosa di insolito, raro, prezioso, originale, quindi interessante e che vale sicuramente una visita!
Questo, credo, devono aver pensato i primi ideatori di Molisn’t Io non credo nell’esistenza del Molise che è presto diventato un meme e quindi un hashatg che sta ancora popolando fantasiosamente i social e, di fatto, pubblicizzando le bellezze, le risorse, le virtù locali eno-gastronomiche, artistiche, naturali e chi più ne ha più ne metta perché, scherzi a parte, il Molise ha molto da raccontare.
All’insegna del piccolo è bello questo movimento spontaneo auto-promozionale alimentato nel tempo con simpatia, affetto e passione da abitanti e sostenitori della bellezza molisana ha attirato l’attenzione della stampa nazionale ma anche internazionale ricordandoci come le nostre debolezze, o di ciò che dobbiamo promuovere e comunicare, in fondo sono occasioni per distinguersi e farsi notare, opportunità da interpretare e valorizzare.
