il Colore dell’Anno è…

PANTONE 19-4052 Classic Blue è il colore dell’anno 2020: semplice, rassicurante e sinonimo di connessione fra i diversi canali percettivi.

Partiamo dal capire che cosa è Pantone: una formidabile iniziativa imprenditoriale sul colore ma anche , più semplicemente, una ricetta per individuare univocamente una selezione cromatica… sì, una ricetta proprio come quella della vostra nonna per la vostra torta preferita, ecco quel che ci vuole per individuare in maniera assolutamente univoca un colore salvo poi utilizzare gli stessi strumenti pantone di selezione e conversione dei colori per adattarlo alla filiera comunicativa digitale.

Il colore pantone annunciato per il 2020 è già chiacchierato anche sui media italiani con grande clamore vista l’attenzione quasi parossistica con cui è attesa la selezione dell’anno Pantone.

Quest’anno non è solo interessante il colore scelto ma la modalità con cui è stato scelto e le modalità con cui si vuole presentare il colore dell’anno 2020: un Blu Classico che deve infondere “calma, fiducia e un senso di connessione”. Come non pensare alla modalità di connessione BlueTooth che a sua volta deve il suo nome al re Aroldo I “Dente Azzurro” Gormsson che si dipingeva di blu un dente per atterrire, digrignando i denti, i suoi nemici-ostacolo al disegno di UNIRE tutta la Danimarca) “attingendo alla vista, al suono, all’olfatto, al gusto e alla consistenza per rendere il Pantone Color of the Year for 2020 un’esperienza cromatica davvero coinvolgente per tutti”.

Dunque anche Pantone.com, come tutti gli specialisti della comunicazione moderna, si preoccupa di investire nelle potenzialità comunicative di uno specifico canale sensoriale-percettivo ma senza dimenticare tutti gli altri! Viene, spontaneamente, a mente la potenza creatrice delle !parole Abracadabra ma anche le difficoltà  che si possano avere in qualche lingua o dialetto a descrivere le esperienze olfattive così come le nuove potenzialità comunicative della Realtà Aumentata (provate a cercare “tigre” su Google e potrete letteralmente piazzarla nel vostro salotto di casa!?!) ed infine anche i misteri di un’opportunità sensoriale aumentata naturale che si dice caratterizzi un@ di noi su 23 e che corrisponde al fenomeno della !Sinestesia: ce lo spiega bene la giovane cantante Billie Eilish come un nome o una canzone venga interpretata percependo contemporaneamente un colore così come un numero può essere percepito sentendo un audio contemporaneamente e via dicendo.

Tornando ai colori la questione della percezione può essere sinonimo di assenza come il nero che tanto è più nero quanto più riesce ad assorbire e quindi a (non) respingere-ritrasmettere la luce e lo sanno bene al MIT sperimentando un tentativo di Nero Assoluto impilando nano-tubi di carbonio La questione può essere posta in termini social così come una ricerca condotta dal Pantone Color Institute sui quattro colori più coinvolgenti su Instagram ha dimostrando individuando  quattro specifici pantoni – “Rose Dawn (un rosa polveroso), Ethereal Blue (simile alla vista nei cieli aperti), Ocean Depths (una tonalità verde acqua che ricorda le profondità del mare) e Harvest Gold (giallo, con un accenno a sfumature autunnali, dalle spiagge sabbiose ai tramonti)” – come quelli capaci di indurre più interazioni sui post (mi piace compreso).

Se, infine, vogliamo complicarci l’incombenza interpretazione-dei-colori da un punto di vista non social ma di evoluzione percettiva-sociale e di discriminante di genere è interessantissimo apprendere come la dicotomia rosa-celeste rispetto a femmina/maschio è un’invenzione occidentale del ‘900 – in ambito cross-cultural il discorso si complica ulteriormente – dato che fino al Diciottesimo secolo “era perfettamente normale per un uomo indossare un abito di seta rosa con ricami floreali; i bambini e le bambine fino ai 6 anni, inoltre, erano vestiti e vestite con abiti lunghi di colore bianco senza sostanziali differenze tra maschi e femmine, se non qualche piccolo particolare come per esempio la posizione dei bottoni e la scelta del bianco era soprattutto di natura pratica: gli abiti bianchi e i pannolini bianchi di stoffa erano infatti più semplici da lavare e candeggiare”.

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Enrico Bisenzi (UX Inclusive Designer)

Autorizzato eventualmente dalla mia istituzione - Accademia di Belle Arti di Roma - posso erogare corsi di formazione online e in presenza, analisi tecniche e supporto per conformarsi alla normativa vigente in tema design della comunicazione accessibile. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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