L’orizzonte strategico della formazione artistica contemporanea

Il comparto dell’Alta Formazione Artistica italiana sta attraversando un momento particolare eppure, anche in virtù del diffondersi del digitale, continua ad essere un’opportunità strategica per il futuro di molti giovani.

La petizione per stabilizzare il comparto AFAM partita da Palermo cerca di dare serenità professionale e didattica ad un comparto che in realtà è in grande espansione: grazie anche all’apporto dei tanti studenti dall’estero (Cina in testa) sono anni che si registra un grande aumento di iscrizioni nelle Accademie di Belle Arti di tutta Italia eppure chi ci lavora anche da decenni continua a farlo con rapporti di lavoro all’insegna del precariato come nel caso dei contratti a tempo determinato oramai prolungati a tempo indefinito (in altri ambiti sarebbero scattati viceversa meccanismi di stabilizzazione e premialità alla luce dei risultati di produttività raggiunti…).

L’interesse e la fiducia dimostrata da tutti i paesi del mondo ma anche da parte di tanti, tantissimi giovani italiani viene ripagata dall’impegno individuale dei docenti interessati ma anche, al tempo stesso, penalizzata da docenti costretti a cambiare sede all’ultimo momento con conseguente didattica mortificata da questo ed altri problemi endemici della filiera formativa italiana (come la mancanza di personale nonché sedi e infrastrutture inadeguate).

Ma ha senso un percorso di alta formazione artistica ai nostri tempi? Proprio perché immersi nella contemporaneità digitale lo ha eccome! La maggior parte dei patron del digitale (chiamateli ceo se volete essere più cool) sono decisamente coinvolti ma anche preoccupati dall’impatto degli algoritmi, machine learning e più in generale sistemi di Intelligenza Artificiale fino ad arrivare alla clamorosa affermazione di Jack Ma, fondatore e presidente di Alibaba:

“I robot cancelleranno milioni di posti. A noi restano creatività e lavoro di squadra”.

Ecco su questa ultima frase invito a riflettere adeguatamente ed in relazione a quello che può offrire un percorso di alta formazione artistica: un prezioso ambito di formazione oramai non più in competizione ma in sinergia con le nuove opportunità digitali e soprattutto uno dei pochi ambiti formativi in cui si può imparare a far lavoro di squadra e sviluppare la propria creatività (fattori strategici per sopravvivere ed emergere rispetto alla concorrenza montante degli automatismi digitali).

Parlo da docente precario che in oltre vent’anni ha girato le accademie di Carrara, Firenze, Pisa, Bologna e Roma insegnando materie su cui ho esperienza professionale diretta come Restyling di Siti Web, Estetica delle interfacce e Architettura dell’Informazione ma anche venendo incontro alle esigenze delle accademie di belle arti in cui ho insegnato e quindi impegnandomi in materie come Lettering, Elementi di grafica editoriale, Layout e tecniche di visualizzazione, Brand design, Grafica multimediale, eccetera incrociando migliaia di giovani una buona percentuale dei quali li ho visti felicemente ingaggiati professionalmente ancor prima di finire una triennale o una magistrale (quelli più volenterosi ovviamente) e verso i quali ho cercato di consigliare percorsi di apprendimento di know-how connessi al digitale ma, al tempo stesso, acquisendo specifiche ed indispensabili atteggiamenti critici e di autonomia dal medesimo a cominciare dalle opportunità offerte dal software libero ed open source.

Certamente, non bisogna spaventarci da annunci roboanti ed improbabili come quello per cui “anche i lavori creativi possono essere automatizzati grazie alle intelligenze artificiali” ed anzi, avendo tempo e capacità necessarie, è interessante sperimentare con le risorse cloud delle major del digitale od anche solo spiare come viene interpretato il visuale dalle intelligenze artificiali cloud ma al tempo stesso non bisogna diventare schiavi di queste nuove divinità post-moderne (che non a caso si dichiarano di risiedere nelle nuvole=cloud) e neanche diventare ambasciatori sciocchi di linguaggi e pacchetti-soluzioni-software proprietarie che possono cambiare da un momento all’altro creando problemi didattici per un loro progressivo irrigidimento: sta a tutti noi – docenti e studenti – privilegiare percorsi didattici che antepongano la necessità di stimolare creatività e lavoro di squadra con ma anche oltre il digitale (se necessario).

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Enrico Bisenzi (UX Inclusive Designer)

Autorizzato eventualmente dalla mia istituzione - Accademia di Belle Arti di Roma - posso erogare corsi di formazione online e in presenza, analisi tecniche e supporto per conformarsi alla normativa vigente in tema design della comunicazione accessibile. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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