Bisogna riflettere ed investire sul ruolo che ci aspetta in futuro considerando sovra-determinazioni ed interazioni con l’Intelligenza Artificiale sempre più diffuse in ambito artistico.
Il copyright strike ce lo ha insegnato dandoci qualche sonoro schiaffo sui nostri account Facebook o YouTube messi in discussione per gestioni di contenuti altrui coperti da copyright: gli algoritmi oramai ci osservano e ci s/qualificano in vari modi e in vari ambiti e il settore della creatività non sfugge a questo tipo di interazione (e controllo).
Un esempio in tema riguarda la scelta di affidare ad un’Intelligenza Artificiale per la sceneggiatura dell’ultima opera del mangaka Osamu Tezuka: in questo caso la trama di Paidon è stata redatta da una AI precedentemente istruita analizzando sessantacinque opere dell’artista ed arrivando alla definizione di una vera e propria sceneggiatura.
Un caso raffinato di !machine learning e di come il rapporto fra umanità ed algoritmi possa portare a risultati sinergici positivi evitando invece fenomeni di vera e propria esclusione sociale di risorse umane da parte degli algoritmi: certo è che anche gli artisti hanno una categoria artificiale in più di concorrenti e giudici e se vorranno competere e sottrarsi al giudizio degli algoritmi dovranno essere ancor più artisti ed umani, ancor più imprevedibili ed originali, ancor più sfuggenti ad uno scenario algoritmico dominante che rischia, altrimenti, di appiattire le prospettive di intervento umano ed artistico.

Non so se questa riflessione vi farà sorridere o magari preoccupare ma nel frattempo potete “soppesare” anche questa notizia sulle playlist create da AI Open Source di canzoni in stile di cantanti scomparsi e per così dire resucitati…!?!
