Un prototipo di console di videogiochi per non vedenti è l’esempio di punta di come la tecnologia sta evolvendo ed è sempre più utile per superare molte barriere… a patto che il controllo rimanga ‘umano’.
In tempi di Covid le difficoltà di molti disabili sono ulteriormente aumentate in maniera anche insospettabile: pensate alle difficoltà, ad esempio, dei non vedenti che causa mascherina percepiscono con ancor più difficoltà suoni ed odori.
Per questo fa piacere la notizia di un gruppo di giovani sviluppatori che ha ideato Blind Console: un ausilio per non vedenti che grazie a vibrazioni e campi e campi sonori tridimensionali consente loro di video-giocare.
Il primo titolo sviluppato è ping-pong ed è straordinario vedere le emozioni di giovani non vedenti che giocano a ping-pong percependo vibrazioni (e quindi colpi alla palla) e posizionandosi nello spazio grazie a spazi sonori tridimensionali!La tecnologia continua a sorprenderci e ad essere una robusta alleata di chi si occupa di accessibilità ma è importante ricordare come il fattore umano sia indispensabile: pensate ad esempio ai limiti e financo ostacoli che una tecnologia come la sottotitolazione automatica dei video per le sue, attuali, inesattezze implementative riconducibili non solo a traduzioni voce-testo imprecise ma anche all’impossibilità di descrivere ambienti visuali ed eventi sonori diversi dal parlato nonché imprecisioni di formattazione e attribuzione come l’incapacità di assegnare un’identità ricorrente a chi parla.
Il rimedio? Umanissimo ovvero l’impegno di creare caption/sottotitolazioni manualmente magari facendo riferimento all’esaustivo manuale della BBC British Broadcasting Corporation.

