2 manuali per rendere accessibile l’esperienza culturale

Escono licenziati in creative commons due manuali che raccolgono “gli aspetti salienti del progettare per tutti” nei luoghi della cultura”: vere e proprie opere omnia per tutti gli addetti ai lavori dell’accessibilità sia essa digitale che per la real-life.

1. Manuale di progettazione per l’accessibilità e la fruizione ampliata del patrimonio culturale

Il Manuale di progettazione per l’accessibilità e la fruizione ampliata del patrimonio culturale è edito dal Dipartimento Scienze Umane e Sociali Patrimonio Culturale del Centro Nazionale delle Ricerche: una lettura obbligata per chi gestisce musei ed altri luoghi dediti alla diffusione pubblica di beni artistici e culturali e vuole rendersi quanto più possibile “accessibile” in senso universale.

immagine in copertina del Manuale di progettazione per l’accessibilità e la fruizione ampliata del patrimonio culturale. Dai funzionamenti della persona ai funzionamenti dei luoghi della cultura: stilizzazione di persone in fila alla biglietteria ognuna con le sue esigenze essendo magari in carrozzina che ha il suo specifico ingombro e chi ha bisogno comunque di una seduta per riposarsi se è in fila da troppo tempo.

Scritto da molti esperti del settore, curato da Gabriella Cetorelli e Luca Papi, il succitato manuale è una serie di preziosissime linee guida, chiarimenti e approfondimenti su come applicare l’accessibilità in ambito museale e culturale. Quasi cinquecento pagine che possono però scoraggiare il (generico) lettore e anche per questo sintetizzo in questo mio post questa preziosissima opera (nella speranza comunque di convincervi a leggerla integralmente).

Il manuale prende in considerazione le esigenze delle persone con disabilità, con i loro caratteri speciali in termini di capacità sensoriali e cognitive chiedendosi come comunicare al meglio con loro in ambito di siti pubblici dediti alla divulgazione culturale.

Caratteri ed esposizioni ad alta leggibilità

Le sempre più numerose persone con difficoltà di acutezza visiva (tutti gli anziani ad esempio) necessitano di caratteri ad alta leggibilità e testo rappresentato/stampato quanto più grande possibile. Monica Bernacchia, Olga Capirci, Patrizia Ceccarani, Anna Contardi, Alessio Di Renzo, Barbara Leporini, Barbara Pennacchi ci ricordano inoltre che per i pannelli espositivi è opportuno:

  • “che i testi siano facilmente leggibili, evitando superfici e materiali lucidi che possano generare riflessi di luce;
  • i colori siano utilizzati in modo da consentire un buon contrasto tra testo e sfondo…;
  • i pannelli vengano collocati in posizioni facilmente identificabili e ad altezze accessibili sia a livello visivo sia a livello tattile, anche per chi è su sedia a ruote;
  • le illustrazioni e le didascalie delle opere siano posizionate secondo queste indicazioni: l’altezza per i pannelli a parete va dalla quota di 110 cm dal pavimento a 170 cm; le didascalie possono essere posizionate ad un’altezza di circa 140-150 cm da terra in modo da garantire la leggibilità anche per persone in sedia a ruote;
  • il font sia tale da garantire una buona leggibilità del testo;
  • per cartelli di segnaletica ambientale, scritte da apporre con serigrafia su oggetti o testi da leggere al computer, è preferibile usare caratteri “senza grazie”. Inoltre, è utile che ogni singola lettera presenti delle differenziazioni ben evidenti che la distinguano da altre lettere simili. La leggibilità varia molto anche in funzione delle dimensioni del tratto del carattere. Le lettere con un tratto spesso sono più leggibili di altre con un tratto più sottile. In generale, per quanto riguarda formato e caratteri di un testo si prediligono caratteri “senza grazie”, un corpo di almeno 14 e lo stampato minuscolo con iniziali maiuscole.”

Easy To Read (ETR)

Una delle tecniche base per la semplificazione dei testi ben definita nelle linee guida europee per rendere l’informazione facile da leggere e da capire per tutti sono i manufatti editoriali cosiddetti Easy To Read (ETR) pensati per comunicare in senso generico con le persone neuro-divergenti che hanno bisogno di testo semplificato, ma che poi vanno declinate per le specifiche esigenze delle persone che utilizzeranno l’informazione che stiamo preparando. Non esiste, infatti, una soluzione che risolve i problemi di accessibilità in senso lato ma bensì una nicchia di persone con specifica disabilità che hanno specifici bisogni: una persona può rientrare nello spettro autistico con svariati gradi di funzionalità, i sottotitoli di un audio-video risultano indispensabili per le persone sorde ma possono creare confusione alle persone con disabilità intellettiva.

Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA)

Figlia della scrittura “facile da leggere” sopra accennata la !CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) rappresenta una “modalità di fruizione dei contenuti tramite soluzioni altamente facilitanti a supporto o sostituzione di quelle scritte” che si concretizza in testo di tipo Easy To Read (ETR) a mo’ di didascalia o titoletti accompagnati da figure che possono essere icone, elementi grafici (ideogrammi, illustrazioni ecc.) o anche fotografie comunque costituite da rappresentazioni molto semplici con pochi elementi da comprendere e decifrare (in sintonia semantica con il testo di accompagnamento). Il target di riferimento sono le persone neuro-divergenti ma anche personas rappresentate da bambini molto piccoli o altra utenza con scarsa dimestichezza nella comprensione della lingua scritta.

Marina Buzzi e Alessandra Mezzelani sottolineano come la “Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) è una tecnologia assistiva che include le strategie e i sistemi di comunicazione atti a supplementare o sostituire la parola o la scrittura al fine di facilitare la comprensione e sostenere la comunicazione in persone che presentano difficoltà nella produzione o nella comprensione del linguaggio parlato o scritto. È aumentativa perché incrementa le possibilità comunicative della persona, alternativa perché utilizza tecniche, modalità e strategie diverse da quelle tradizionali. Per rendere l’informazione codificata in CAA facile da interpretare e da comprendere, è necessario un processo preliminare di semplificazione dei testi (Easy-to-read) utilizzando parole semplici e di uso comune, e semplificando i contenuti mantenendone la coerenza semantica. Viene quindi aggiunto il supporto di immagini e di etichette.”

Icone

Le icone risultano indispensabili, ad esempio per la segnaletica, per comunicare in maniera efficace e immediata con persone che hanno difficoltà con la lingua scritta (o con una particolare lingua scritta).

Audio-guide

Molto utili per le persone cieche o ipovedenti le audio-guide così come i “prodotti audio come podcast ad integrazione della visita culturale; percorsi di soundscape (‘paesaggi sonori’ ottenuti mediante la riproduzione acustica di elementi sonori evocativi e rappresentativi) nel luogo della cultura per valorizzare taluni reperti o contesti storico-archeologici e museali”.

Video-guide magari in Lingua italiana dei segni (LIS), Americana (ASL), International Sign Language (IS) rigorosamente tutte corredate di sottotitoli

Le varie lingue dei segni e l’utilizzo dei sottotitoli risultano (quasi) indispensabili per comunicare con le persone sorde. Le video-guide così come peraltro anche le audio-guide possono essere utilizzate attraverso sistemi di Qr code, RFID o Beacon, compatibilmente con le tecnologie assistite. Monica Bernacchia, Olga Capirci, Alessio Di Renzo, Giulio Galesi, Barbara Leporini, Carla Montuschi, Barbara Pennacchi ci ricordano a beneficio delle persone con neuro-diveristà come siano necessarie particolari accorgimenti per le audio-video-guide…

“Audio-video guide semplificate e audio-video rallentamento: la “semplificazione” delle audio-video guide dovrebbe essere prevista in fase di progettazione e far parte di un ventaglio di opzioni che garantiscano l’accesso ai contenuti per ogni tipologia di utente. Il processo di semplificazione riguarda sia i contenuti secondo quanto previsto dai principi della semplessità, sia la struttura degli stessi seguendo quanto previsto dalle regole dell’easy-to-read. Il processo di semplificazione dovrebbe tener conto anche della necessità di proporre diverse tempistiche di visita correlate alle abilità attentive degli utenti e di garantire una velocità di eloquio comodo, che, in generale, si colloca tra le 160 e le 180 parole al minuto. A questo proposito, l’audio-video rallentamento è un supporto hardware e software alla telecomunicazione, che opera in risposta alle problematiche di intelligibilità legate alla velocità dell’eloquio, mantenendo inalterata la qualità e la timbrica del parlato, la sincronizzazione con i contenuti video e i sottotitoli (che dovrebbero essere sempre disponibili). La caratteristica principale dell’audio-video rallentamento è legata alla scelta di quanto, in percentuale, si desideri/abbia necessità di rallentare l’eloquio, considerando sia i tempi della narrazione, sia le capacità attentive dei fruitori. Per questo motivo, è utile che venga prevista l’opzione fra più percentuali di rallentamento o di velocizzazione dell’eloquio.”

Comunicazione tattile

Adatta per comunicare con persone cieche e/o sordo-cieche risultano molto utili le “interfacce tangibili interattive (cosiddette TUI – tangible user interfaces); stampe 3D per l’esplorazione tattile; sensori capacitivi e tattili”.

Aldo Grassini e Annalisa Trasatti giustamente affermano…

“L’immagine non è soltanto visiva. L’immagine può essere anche sonora, olfattiva, tattile, emotiva ed intellettuale: i rumori, i suoni, gli odori caratteristici del luogo, le emozioni provate nel toccare gli oggetti, i particolari delle decorazioni e delle superfici, la propriocezione di alcuni movimenti si intrecciano con la carezza dell’aria che sfiora i capelli e la pelle del viso, portando con sé i suoi profumi e la sua freschezza. L’esperienza reale è la sintesi di tutte le sensazioni che si producono attraverso un approccio globale alle cose: il progettista deve tener conto di questo e non privilegiare atmosfere asettiche, ambienti muti ed estranianti, strutture ad una sola dimensione.
Tale cambiamento culturale richiede il riscatto della tattilità dall’ostracismo che la cultura tradizionale le ha imposto, affinché si realizzi un recupero autentico del valore estetico della multisensorialità.
Toccare è bello come guardare, ma si tratta di un piacere che possiede specifiche qualità. Si accarezza ciò che si ama perché l’accarezzare comporta una carica affettiva molto forte, un rapporto emotivo molto intenso con l’oggetto. Il rapporto tattile esige l’eliminazione dello spazio che separa il soggetto dall’oggetto. Esistono sensazioni che solo il tatto è in grado di percepire e che i materiali ci offrono in maniera esclusiva: come il colore per la vista ed il suono per l’udito, così il peso, la temperatura, la consistenza sono concetti derivabili soltanto dall’approccio tattile. Queste sensazioni offrono una gamma assai ricca di sfumature che, variamente combinate ed alternate, possono produrre armonie e ritmi percettivi del tutto analoghi a quelli prodotti dai colori e dai suoni.
L’esperienza estetica, però, non si esaurisce nel piacere del toccare: l’elemento sensibile offre all’elaborazione intellettuale la materia prima per un lavoro che coinvolge la mente e la sfera dell’emotività. Il tatto procede in maniera analitica: un primo “sguardo” rapido e sommario serve per
il riconoscimento dell’oggetto e per permettere alla memoria di afferrarne la forma schematica e
catalogarlo.”

Patrizia Ceccarani e Carla Montuschi ci ricordano che..

“L’associazione di ipovisione e ipoacusia presenta gradi e forme che possono essere molto diversi fra
individuo e individuo, per questo motivo non vi è un modo unico o prioritario di utilizzare il tatto a fini
comunicativi, quanto piuttosto esistono più modalità che, solitamente, vengono scelte in base alle
caratteristiche percettive del fruitore.
Le possibilità di comunicazione tattile, oltre che dal Braille, sono supportate da:
● il metodo Malossi, ideato ai primi del ‘900, prende il nome da Eugenio Malossi. Esso consiste nel toccare e pizzicare leggermente punti specifici della mano che corrispondono alle lettere dell’alfabeto, di cui si presuppone la conoscenza;
● il metodo Tadoma, ideato dall’educatrice americana Sophie Alcorn tra 1909 e il 1920, prende il nome dai primi due bambini a cui è stato insegnato: Winthrop “Tad” Chapman e Oma Simpson. Esso consiste nel riconoscimento dei suoni vocali attraverso il tatto: il posizionamento delle mani su punti specifici del viso dell’interlocutore consente di percepire la componente vibratoria ed il movimento generato dalle parole;
● la dattilologia delle varie lingue dei segni, ovvero l’utilizzo di specifici segni manuali che rappresentano le singole lettere dell’alfabeto e i numeri, eseguiti con la mano del ricevente sopra a quella dell’interlocutore
● l’uso delle lingue dei segni in forma aptico-tattile (LISt). In questo caso le lingue dei segni non usano più un canale comunicativo esclusivamente visivo-gestuale, ma sono adattate ad un canale comunicativo gestuo-tattile, nel quale il ricevente appoggia le proprie mani sopra a quelle dell’interlocutore. Anche le espressioni facciali e posturali necessarie al veicolamento di contenuti linguistici vengono convertite in forma aptico-tattile.
● La comunicazione socio-aptica consente alle persone con sordocecità di ricevere informazioni uditive o visive rilevanti attraverso il tatto. I segnali aptici (Social-Haptic Communication o Haptics) sono combinazioni di configurazioni e movimenti realizzati dalle mani della persona (spesso) vedente sul corpo della persona con sordocecità. I segnali aptici possono essere realizzati anche contemporaneamente ad altri messaggi linguistici veicolati attraverso il canale verbale o tattile.”

L’ALLEGATO 1 DELLA CIRCOLARE MIBACT DG-MU 26 DEL 2018 PIANO PER L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE (P.E.B.A.): UN PIANO STRATEGICO PER L’ACCESSIBILITÀ NEI MUSEI, COMPLESSI MONUMENTALI, AREE E PARCHI ARCHEOLOGICI (questa citazione normativa riporta due errori di leggibilità… chi sa dirmeli nel commento a questo post?) invita a…

“Prevedere all’ingresso del museo/luogo della cultura una mappa tattile di orientamento che rappresenti
i vari livelli del sito e/o un plastico della struttura al fine di consentire di esplorare il luogo nel suo complesso. Valutare l’opportunità di corredare tale dispositivo con un audio descrittivo. Assicurare l’accessibilità della segnaletica in braille. Prevedere pannelli braille fruibili in posizione eretta.”

Aldo Grassini e Barbara Leporini ci ricordano inoltre che…

● “… il codice Braille è un metodo di lettura e di scrittura ideato agli inizi del XIX secolo dal francese Louis Braille ed è basato sull’utilizzo di una tavoletta, di un punteruolo e di simboli definiti e universalmente riconosciuti che indicano le lettere dell’alfabeto, la punteggiatura, i numeri, i segni matematici e le note musicali.
Il codice alfabetico alla base del Braille è composto da 6 punti che si possono combinare in 64 modi differenti, disposti all’interno di un rettangolo ideale, in uno spazio che corrisponde a quello del polpastrello del dito indice. I caratteri non possono essere ingranditi o rimpiccioliti a piacimento: la variazione dimensionale di un carattere Braille sopporta una variabilità minima ed è indispensabile rispettare la proporzionalità degli spazi tra punto e punto, tra carattere e carattere, tra riga e riga, per evitare che, nonostante la forma corretta delle singole lettere, lo scritto risulti assolutamente illeggibile. La lettura avviene scorrendo le dita sui punti in rilievo della superficie di scrittura utilizzata.
● Le mappe tattili: devono essere poste all’ingresso del luogo della cultura e prima di iniziare il percorso espositivo, al fine di orientare e informare l’utente relativamente agli ambienti, ai percorsi e ai punti d’interesse. Se progettate in modo interattivo, possono supportare il visitatore anche tramite indicazioni aggiuntive.
● Le immagini a rilievo: per tradurre un’immagine visiva in un disegno percepibile e comprensibile attraverso il tatto, è necessario semplificare e rielaborare la sua struttura, rimuovendo molti elementi di dettaglio.
● A tal fine, bisogna:
● delineare bene i contorni delle singole figure e distinguere con chiarezza la figura e lo sfondo;
● conciliare l’esigenza di rispettare il più possibile l’immagine originale con quella di essere comprensibile;
● ricordare che la prospettiva è un’illusione ottica non rappresentabile tattilmente;
● cercare di riprodurre gli effetti visivi e tattili, ricorrendo a diverse tipologie di materiali e di stampa a rilievo: ad esempio, il colore potrebbe essere rappresentato da diversi livelli di densità della trama, mentre i contorni e la profondità da diversi spessori di inchiostro.”

Riproduzione della scrittura Braille a partire dallo schema compositivo - Credits:
https://www.unisr.it/news/2019/1/4-gennaio-giornata-mondiale-dellalfabeto-braille

Spazi o momenti calmi

Momenti così come appositi spazi in cui ci sia più silenzio e calma possibile aiutano sicuramente a preparare e/o rigenerare le persone con neuro-diversità.

2. XALL – Tutta un’altra guida: design e innovazione tecnologica per il museo inclusivo.

Esce in modalità Open Access un manuale anch’esso impegnativo come lettura (227 pagine) ovvero XALL – Tutta un’altra guida – Design e innovazione tecnologica per il museo inclusivo edito da Franco Angeli e scritto dalle esperte del settore Francesca Tosi, Alessia Brischetto ed Ester Iacono.

Anche questa bellissima opera “incentrata sullo studio e sulla sperimentazione di soluzioni di intervento volte a rendere il patrimonio culturale accessibile e inclusivo per i visitatori con disabilità sensoriali” merita di essere recensita in sintesi per farla digerire e al tempo stesso consigliare a studenti della materia.

“Le soluzioni proposte integrano postazioni multisensoriali, che offrono la possibilità di lettura tattile delle opere, descrizioni verbali, e sollecitazioni olfattive, con videoguide realizzate con un’applicazione mobile personalizzabile in base alle diverse esigenze.”

Il cuore del progetto è la piattaforma e applicazione XALL che sta per accedere a tutto che ‘promette molto bene’ (ancora non finalizzata e neanche disponibile sulle piattaforme di distribuzione per iOS e Android) presentando una serie di soluzioni così ripartite le varie esigenze di interpretazione sensoriale quali:

  • video nelle lingue dei segni e traslazione speech to read a supporto delle persone sorde;
  • recensione stazioni tattili nonché audio-guide – come quella previsto per la visita a Palazzo Vecchio di Firenze – a supporto delle persone cieche ;
  • sistemi di riconoscimento delle opere, editing testi e immagini, accesso a contenuti multimediali di vario tipo e interazione tramite sistemi di realtà aumentata per finalità didattiche di vario tipo.
La copertina di xall tutta una altra guida sul design e innovazione tecnologia per il museo inclusivo itribuito in open access rappresenta una giovane persona che osserva una opera di arte arricchita da stimoli visivi uditivi tattili di vario tipo

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Enrico Bisenzi (UX Inclusive Designer)

Autorizzato eventualmente dalla mia istituzione - Accademia di Belle Arti di Roma - posso erogare corsi di formazione online e in presenza, analisi tecniche e supporto per conformarsi alla normativa vigente in tema design della comunicazione accessibile. Approdato all’Accademia di Belle Arti di Roma dopo aver insegnato in accademie pubbliche e private (Carrara, Bologna, Pisa, Firenze), come libera professione ha supportato numerose agenzie digitali in ambito SEO (Search Engine Optimization) e usabilità del digitale. Fra i primi in Italia ad occuparsi di inclusive design teorizzando l’esigenza di uno strumento di helpdesk per l’accessibilità per conto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Ricerca Innovativa), ancor prima che diventasse obbligo della normativa AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Ha contribuito dal 1999 ad oggi al restyling di decine di progetti di comunicazione digitale di rilievo fra i quali il primo portale online di libri Zivago per Giangiacomo Feltrinelli Editore, l'Ospedale Fondazione Istituto San Raffaele di Cefalù, un sito Web di Olimpiadi Internazionali, il portale del turismo del Comune di Milano, il sito Web del Comune di Firenze (e di altri comuni del circondario fiorentino), il sito Web personale del musicista Stefano Bollani, nonché di numerose agenzie assicurative di rilievo nazionale e di recente dei Teatri della Toscana. Sempre in tema Inclusive Design ha partecipato a progetti di ricerca quali ad esempio il manuale di sviluppo per produzioni di animazione, video e live digitali XS2Animation. Innamorato della Natura in tutte le sue forme cerca di coinvolgere le giovani generazioni nel riconoscere la biodiversità in ambito urbano attraverso gli Urban Nature Tours anche attraverso gli strumenti della comunicazione digitale che cerca di interpretare in maniera 'inclusiva'. Tutto i post realizzati sono rilasciati sotto licenza Creative Commons CC BY-NC-SA Attribuzione – Non Commerciale – Condividi allo Stesso Modo.

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